Una sentenza o un decreto del giudice che vi dia ragione e vi riconosca come creditori, può non essere sufficiente per riuscire a riscuotere concretamente quanto vi spetta...
Occorre
rivolgersi ad un legale esperto del settore ed in grado di muoversi
nel migliore dei modi al fine di individuare il credito più adatto
ad essere pignorato.
Una
volta accertata l'esistenza di crediti spettanti al debitore nei
confronti di terzi, è possibile effettuare il pignoramento, a patto
che i suddetti crediti non rientrino tra quelli impignorabili.
Andiamo
per gradi.
Come
noto salari, stipendi, pensioni e altre indennità relative al
rapporto di lavoro, di norma, possono essere soggetti al pignoramento
di 1/5 della loro entità, da parte del creditore.
Qualora
si proceda per il recupero di un credito alimentare è possibile
effettuare il pignoramento dei
suddetti beni anche in misura superiore ad 1/5 e più precisamente in
quella che venga, nel caso concreto, stabilita dal giudice
dell'esecuzione.
Determinati
crediti sono qualificati per legge come impignorabili o pignorabili
solo entro alcuni rigorosi limiti. Ad esempio, le pensioni di
invalidità, sono da considerare parzialmente impignorabili, in
quanto possono essere soggette a trattenuta da parte del creditore
solo per l'importo superiore ai
€ 525,89 (Corte di Cassazione,
sentenza n. 6548, del 22.03.2011).
Crediti impignorabili
I
crediti alimentari sono impignorabili, a meno che non sia il
Presidente del Tribunale o un giudice da lui stesso delegato, a
derogare esplicitamente a tale regola generale.
Alle
stesso modo risultano impignorabili:
- i
crediti aventi per oggetto sussidi di grazia o sostentamento erogati
in favore di persone iscritte nelle cosiddette “liste dei poveri”;
- i
contributi di maternità;
- i
crediti dovuti per malattia;
- i
crediti legati alla polizza assicurativa sulla vita;
- i
fondi di previdenza e assistenza costituiti dall'imprenditore in
favore dei propri dipendenti (come stabilito dall'art. 2117 c.c.) ;
- i
fondi stanziati da un ente pubblico per corrispondere il TFR ai
propri dipendenti;
- le
quote del socio di una società di persone o di una cooperativa,
finchè le stesse rimangono in vita.
Il decreto Salva
Italia
E'
importante evidenziare che il decreto “Salva Italia”, emanato nel
2012 dal governo Monti, al fine di combattere l'evasione fiscale e di
tracciare tutti i movimenti di denaro, ha di fatto imposto l'obbligo
per milioni di contribuenti di aprire un conto corrente sul quale
dovranno essere versati gli stipendi e le pensioni, per gli importi
superiori ai € 1.000,00.
Una
volta effettuato il bonifico, relativo allo stipendio e/o alla
pensione, tali somme andranno a “confondersi” con le somme ivi
giacenti e a quel punto sarà possibile effettuare il pignoramento,
da parte di un eventuale creditore, senza alcun rispetto delle
limitazioni imposte per legge (il suddetto limite di 1/5 che vale
come regola generale per il pignoramento di salari e pensioni).
L'ingiustizia
di tale normativa è palese in quanto priva i debitori, pensionati e
lavoratori dipendenti in primis, di qualsiasi garanzia a tutela delle
proprie principali fonti di sostentamento, rischiando in tal modo di
causare gravi difficoltà economiche per interi nuclei familiari.
Avv. Guglielmo Mossuto
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