sabato 27 aprile 2013

Il lavoratore in nero è equiparato a quello subordinato a tempo indeterminato : come fare a chiedere la regolarizzazione del rapporto di lavoro







Il lavoro cosiddetto in nero viene considerato dalla legge, a tutti 

gli effetti come un vero e proprio lavoro subordinato a tempo 

indeterminato.

Ad un lavoratore che abbia svolto attività di fatto spettano gli 

stessi diritti, garanzie, retribuzioni e tutele previste dalla legge 

per i dipendenti  che siano stati assunti regolarmente.

Se per esempio, il datore di  lavoro intima oralmente il 

licenziamento a chi abbia lavorato in nero, ebbene detto 

licenziamento è considerato illegittimo e non produce effetti, 

proprio perché esso deve seguire le forme e le modalità previste 

dalla legge per i lavoratori regolari.

Anche le retribuzioni delle persone assunte a nero devono 

essere le stesse di quelle assunte con contratto regolare.

Quindi per esser chiari, tra le due categorie di lavoratori la 

legge non pone differenze sul piano dei diritti e delle tutele solo 

perché il datore di lavoro abbia voluto, per gli uni e non per gli 

altri, regolarizzare il rapporto.


Per ottenere tale equiparazione e quindi il riconoscimento 

delle differenze retributive, il trattamento di fine rapporto e 

qualsiasi altra garanzia prevista per il lavoratore subordinato, 

il lavoratore in nero deve instaurare una causa al proprio 

datore di lavoro.

Durante la causa, per ottenere le differenze retributive è 

necessario dimostrare che il lavoratore abbia svolto l’attività 

all’interno dell’azienda, osservato con continuità gli orari di 

lavoro, aver seguito le direttive impartitegli dal capo così come 

tutti gli altri colleghi assunti con contratto regolare.


Si può ottenere anche il riconoscimento delle ferie, permessi e 

festività non godute, purché si dia la prova che nel periodo di 

lavoro non abbia utilizzato questi riconoscimenti spettanti ai 

lavoratori subordinati. 

A ricordare questo principio fondamentale è stata una recente 

sentenza della Cassazione, la numero 9599/2013 del 19 aprile 

2013.

In tale decisione, la Suprema Corte ha altresì chiarito che non 

rileva che il lavoratore abbia fornito alcune dichiarazioni nel 

libretto sanitario, dalle quali emergerebbe un impegno solo 

saltuario presso l’azienda incriminata ( part time): si tratta 

infatti di dichiarazioni tendenti a proteggere il datore di lavoro.

Dunque tale documento non ha alcun valore confessorio e non 

serve a salvare l’impresa dalla condanna.

L'importante è sottolineare che la prestazione subordinata sia 

stata di fatto svolta, a prescindere se e con quali forme.  

Prevale quindi il cosiddetto “principio della effettività”, cioè 

l'effettività della prestazione. Se la sostanza è quella di un 

rapporto subordinato a tutti gli effetti, la legge lo considera 

tale, riconoscendo al lavoratore tutte le conseguenti garanzie.

Anche la prestazione lavorativa in nero svolta per anni presso 

un parente costituisce un rapporto subordinato a tempo 

determinato. 

Occorre far valere tale diritto tramite la testimonianza degli 

altri dipendenti e tramite i documenti aziendali firmati 

dall'interessato dove emerge che il lavoratore abbia nel corso 

del suo lavoro osservato gli orari di lavoro e le direttive del 

capo al pari dei colleghi assunti in maniera regolare.



Ricordiamo come requisito fondamentale che la causa al datore 

di lavoro  può essere intentata anche dopo la cessazione del 

rapporto di lavoro purché non siano trascorsi cinque anni.

Per qualsiasi problema o chiarimento non esitate a contattarmi,    

potete riprendervi tutto ciò che vi è stato tolto...


Avv. Guglielmo Mossuto

domenica 21 aprile 2013

mercoledì 17 aprile 2013

 

STAMANI 16 MAGGIO 2013 DALLE ORE 12 SARO' A RADIO STUDIO 54  SU 96 FM IN TUTTA LA TOSCANA OPPURE IN STREAMING IN TUTTO IL MONDO  COLLEGANDOSI AL LINK QUI SOTTO RIPORTATO



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PARLEREMO DI DIRITTO DI FAMIGLIA E NON SOLO E RISPONDEREMO IN DIRETTA TELEFONICA ALLE VOSTRE DOMANDE E AI VOSTRI MESSAGGI SCRIVENDO AL NUMERO 333 3317300

VI ASPETTO NUMEROSI


Guglielmo Mossuto

venerdì 12 aprile 2013

IL REATO DI MANCATO PAGAMENTO DEL MANTENIMENTO.

Al giorno d'oggi e con la crisi che imperversa sul nostro Paese, aumentano sempre di più i casi di mancato pagamento dell'assegno di mantenimento sia in favore dei figli sia in favore del coniuge.
Si va infatti dai casi di perdita del lavoro da parte del genitore obbligato, ai ritardi sistematici, a versamenti parziali, fino ai casi limite in cui l'onerato si spoglia di tutti i suoi averi, anche in modo fittizio, per non pagare il mantenimento.
Ad ogni modo, qualunque ne sia la causa, il mancato pagamento del mantenimento genera spesso e volentieri gravi disagi e gravi conflitti.
Un maggiore impatto e sicuramente più tutelato dal nostro ordinamento è senza dubbio il mancato pagamento dell'assegno di mantenimento in favore dei figli. 
La legge infatti non ammette che in caso di impoverimento del genitore obbligato, quest'ultimo possa non pagare. E' infatti necessario che anche se i suoi averi siano radicalmente diminuiti, quel poco che resta venga utilizzato per i figli.
Tuttavia, proprio il mancato assegno di mantenimento da vita a due differenti trattamenti sanzionatori a seconda se si tenta di ottenerne la corresponsione attraverso un procedimento civile, o un procedimento penale.
Da un punto di vista civilistico infatti, sarà possibile ottenere il pagamento del mantenimento attraverso prima l'ingiunzione di pagamento, seguita da un pignoramento sugli oggetti di proprietà dell'obbligato finanche al pignoramento presso terzi sullo stipendio o su conti correnti. 
Diversamente invece, in ambito penalistico, NON ogni mancato pagamento costituisce un reato penale.
L'omisssione del mantenimento infatti, costituisce un reato penalmente rilevante (ed in quanto tale, punito dalla legge) solo entro i limiti ben precisi stabiliti dal nostro codice penale:
L'art. 570 c.p. rubricato "violazione degli obblighi di assistenza familiare" dice:
"Chiunque, abbandonando il domicilio domestico, o comunque serbando una condotta contraria all'ordine o alla morale delle famiglie, si sottrae agli obblighi di assistenza inerenti alla potestà dei genitori o alla qualità di coniuge, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa da € 100,00 a € 1,000,00.
Le  dette pene si applicano congiuntamente a chi:
1) malversa o dilapida i beni del figlio o del pupillo o del coniuge:
2) fa mancare i mezzi di sussistenza ai discendenti di età minore, ovvero inabile al lavoro, agli ascendenti al coniuge, il quale non sia legalemente separato per sua colpa.
Il delitto è punibile a querela della persona offesa nei casi previsti dal numero 1 e, quando il reato è commesso nei confronti dei minori, dal numero del precedente comma..."
Il reato non è configurato dal mancato pagamento in quanto tale, quanto piuttosto dal fare mancare i mezzi di sussistenza.
Appare chiaro dunque che per la configurazione del reato e l'applicazione della pena prevista dalla norma, si applicherà quando la mancanza abbia determinato una obbiettiva situazione di disagio e difficoltà in relazione alle primarie esigenze di vita.
Ben diversa sarà dunque la situazione di un genitore che omette di versare l'assegno per un mese o due.
In tal caso infatti, pur essendo passibile di ingiunzione prima ed esecuzione poi, NON commette reato.
Analogamente non commette reato il genitore che saltuariamente versa l'assegno o ne versa meno ad esempio a mesi alterni.
Nonostante ciò è evidente che per i redditi medio-bassi il mancato pagamento del mantenimento può facilmente portare a stati di indigenza tale da integrare il reato.
Tuttavia, la denuncia non dovrebbe essere il mezzo per ottenere il mantenimento, quando sarebeb possibile recuperare le somme mediante un procedimento civile.
Se da un lato però è vero che in alcuni casi ci si rifugia troppo spesso nelle querele per ottenere i soldi di mantenimeto, talvolta aggravando ulteriormente situazioni già difficili, con un procedimento penale (come accade ad alcuni padri), dall'altro è anche vero che la denucnia penale ex art. 570 c.p. talvolta resta l'unico strumento, non sempre efficace, nei confronti di quei genitori che ignorano appositamente, e con dolo, il loro obbligo di mantenere i figli. 

martedì 9 aprile 2013

Lettera aperta al gruppo Movimento 5 stelle di Campi Bisenzio 9 Aprile 2013 di Marco A. Ferrari


Lettera aperta al gruppo M5S di Campi Bisenzio 9-Aprile-2013

Ho dovuto assistere , fin dal principio , a battaglie e scontri e litigi causati solo dal fatto che Guglielmo Mossuto aveva commesso l’errore di volersi candidare Sindaco.
Tutti i problemi del movimento sono solo derivati da questo fatto ; avevo suggerito di evitare di ricorrere nuovamente, come la prima volta , gli attacchi diretti ed i complotti per denigrare Guglielmo in vista delle elezioni al fine di evitare malumori e ulteriori scontri in un momento così importante lasciando semplicemente all’assemblea il compito di scegliere chi fosse degno di rappresentare il movimento ; questa è democrazia.
Purtroppo si è scelto di prevenire un eventuale successo di Guglielmo Mossuto con mezzi che , a mio parere, non non hanno niente a che fare con gli ideali del movimento .
Nel pensiero di N. Machiavelli la politica si struttura in base alla conformazione dell’animo umano. Egli ritiene che per il disordine l’uomo ha una vera e propria vocazione.
Infatti le azioni ,portate avanti da un gruppo ristretto di persone, hanno creato disordine ed hanno applicato la sintesi del pensiero di Macchiavelli ovvero che “ il fine giustifica i mezzi” ritenendo la battaglia assolutamente necessaria per il bene comune.
Ecco il perchè delle mie ultime decisioni ; non condivido questo sistema.
Non sono mai stato “ di parte” nè mi sono schierato a favore di qualcuno ; ho cercato sempre di smorzare le discussioni del gruppo cercando di salvaguardarne l’unità e la coesione , dando la priorità al lavoro di programmazione delle attività .
Certo non sono disposto ad accettare ingiustizie , complotti, comportamenti offensivi e tantomeno azioni che non hanno niente a che vedere con gli ideali di giustizia , tolleranza , rispetto del prossimo che dovrebbero caratterizzare il Movimento5S.
Ci tengo a precisare che Guglielmo Mossuto non ha avuto voti da parte mia durante le votazioni e sopratutto non ho cercato nè chiesto ad alcuno di favorirmi con un voto.
Credo che se dobbiamo andare avanti costruendo una solida base per il nostro futuro è necessario abbandonare definitivamente questo modo di fare riconoscendo i nostri errori . I problemi che si presentano devono essere discussi in assemblea e non si possono tollerare iniziative e decisioni prese da pochi in maniera privata.
Solo così possiamo progredire ma se continuremo a pensare che “il fine giustifica i mezzi “ non andremo da nessuna parte.

Marco A. Ferrari

E' VIOLENZA SESSUALE SE LA VITTIMA PRIMA DICE SI' E POI CI RIPENSA.


Restando legato al già trattato tema della violenza sulle donne, con l'interessante sentenza oggi in commento, voglio soffermarmi proprio sui limiti del reato di violenza sessuale ex art. 609 bis e ss c.p., fin troppo spesso perpetrato non solo da malintenzionati ma, come ampiamente specificato, sopratutto nelle mura domestiche anche tra giovani fidanzati.
Uno dei presupposti essenziali ai fini dell'incriminazione per tale reato è l'assenza di consenso, la totale mancanza dello stesso e quindi la conseguente coercizione esercitata sulla vittima.
Proprio su questo presupposto fondamentale del reato è intervenuta la Suprema Corte di Cassazione, la quale ha ampliato l'individuazione di tale elemento, calcando il solco già predisposto da alcune sentenze precedenti.
Ma andiamo nel dettaglio.
IL CASO.
La pronuncia della Cassazione si riferisce ad un caso in cui un 23enne della provincia di Novara, veniva condannato in primo grado ed in appello a 3 anni e sei mesi di reclusione a seguito dei reati di stalking, minacce e molestie nei confronti della sua ex fidanzata .
Il ragazzo non contento delle sole minacce non si era fermato ed aveva costretto la ex fidanzata, imbavagliandola, ad avere rapporti sessuale "estremamente violenti". 
Condannato sia in primo che in secondo grado, rispettivamente dal tribunale di Novara e dalla Corte d'Appello di Torino, il giovane mediante i propri legali, ricorreva in Cassazione.
La tesi sostenuta dalla difesa dinanzi ai Giudici di P.zza Cavour si fondava proprio sul consenso della vittima ed in particolare "trattandosi di un rapporto sadomaso, non si potrebbe ritenere che in ogni momento l'imputato avesse l'obbligo di verificare la persistenza del consenso".
LA DECISIONE:
Analizzato il ricorso, coscenziosamente gli Ermellini rigettavano in toto i motivi di ricorso espressi dalla difesa.
Confermando anche un precedente orientamento, la Suprema Corte nella porte motiva della decisione insiste sull'elemento psicologico della vittima " Integra il reato di violenza sessuale la condotta di chi prosegua un rapporto sessuale quando il consenso della vittima, originariamente prestato, venga poi meno a causa di un ripensamento o della condivisione della modalità di consumazione del rapporto".  
Sancendo definitivamente il principio secondo cui "il consenso della vittima agli atti sessuali deve perdurare nel caso dell'intero rapporto senza soluzione di continuità".
IL COMMENTO:
Nonostante la legge ci tuteli, e sopratutto punisca questi atti osceni e deplorevoli per l'essere umano, resta un profondo rammariconel vedere che a compiere queste cose siano anche ragazzi giovani. Pertanto non posso che rivolgere anche a loro il mio invito a coccolarle le donne e non a maltrattarle. 
Divertiamoci, ma facciamolo con la testa e non con le mani.
Guglielmo Mossuto

LA TRASPARENZA DEL MOVIMENTO 5 STELLE.. SEGRETA VOTAZIONE LAMPO DI 3 ORE FATTA FUORI TERMINE


Siete daccordo se M.Mancini - J.Fenu - P.Pecoraro entrano in lista a copertura di posti vuoti?

Dovete esprime con un SI o con un NO se concedete a queste 3 persone di entrare in lista come riempilista per coprire i posti lasciati vacanti dalle persone che si sono tirate indietro dopo le votazioni del 02/04/2013 PER TRASPARENZA IL SONDAGGIO VERRA' CHIUSO ALLE 23,59 DEL 04/04/2013 PER CONSENTIRE ALLE SUDDETTE PERSONE DI ANDARE IN TRIBUNALE A PRENDERSI IL CERTIFICATO PENALE E CONSEGNARLO AL CAPOLISTA COME TUTTI GLI ALTRI CANDIDATI
  • 17 voti (85%)
  • 3 voti (15%)
Sondaggio creato il 4 aprile 2013 e chiuso il 4 aprile 2013


QUESTO SONDAGGIO COME POTETE VEDERE E' STATO FATTO IL 4 APRILE DOPO LE ELEZIONI DEL 2 APRILE A FRONTE DELLE CANDIDATURE CON I RELATIVI CURRICULA PRESENTATI ENTRO E NON OLTRE IL 26 MARZO.
OLTRE AD ESSERE FUORI TERMINE, QUESTO SONDAGGIO A DIFFERENZA DI TUTTI GLI ALTRI E'  STATO A SCRUTINIO SEGRETO.

NESSUNO HA POTUTO SAPERE CHI ERANO LE PERSONE CHE HANNO VOTATO IN POCHISSIME ORE ( 3 ore circa).

NON  ESISTONO POSTI VUOTI O RIEMPILISTA PERCHÉ VA IN CONSIGLIO COMUNALE COLUI CHE PRENDE PIÙ VOTI, ANCHE SE LORO LI CONSIDERANO PER COMODO RIEMPILISTA.

IMPORTANTE CHE LA GENTE SAPPIA CHE I VOTANTI SONO STATI SOLO 20 SU 127  ISCRITTI , DATA LA BREVITÀ' DI QUESTO SONDAGGIO , PER PERMETTERE AGLI AMICI DEGLI AMICI DI RIENTRARE DALLA FINESTRA.

QUESTA E'  LA TRASPARENZA DEL MOVIMENTO 5 STELLE DI CAMPI BISENZIO. 

domenica 7 aprile 2013

QUESTO E' IL MOVIMENTO 5 STELLE DI CAMPI BISENZIO (FI)



“Vorrei che questa mia lettera arrivasse a Beppe Grillo. 

Per mesi ho lavorato nell'interesse della crescita del Movimento Cinque Stelle a Campi Bisenzio. Nonostante tutto ciò, sono stato messo alla gogna più volte: l’ultima riguarda la mia candidatura al quartiere 2 di Firenze nel lontano 2009, per la quale mi volevano escludere ma non ci sono riusciti. Lo statuto parla di mandati e di tesseramenti: cose che a me non appartengono. 
E’ normale che 4 anni fa credessi in un ideale che poi mi ha deluso, facendomi avvicinare al movimento 5 stelle”: Guglielmo Mossuto è un avvocato affermato a Firenze e in Italia. Esperto di diritto matrimoniale e minorile, svolge questo lavoro con passione da diversi anni ed a Campi è stato, si può dire, l'anima del Movimento Cinque Stelle. Adesso se ne va, sbattendo la porta e  raccontando perché la sua candidatura nonostante il grande lavoro di semina, non ha portato frutti. A Campi il Movimento Cinque Stelle si divide ancor prima di presentarsi ufficialmente per le amministrative di maggio. A passare il turno come candidato sindaco è stato Niccolò Rigacci e ora ci sarà la costruzione della lista dei candidati al consiglio comunale. “Il candidato sindaco  Niccolò Rigacci – spiega Mossuto -  ha ottenuto 24 preferenze su 44 presenti alla votazione per la candidatura a sindaco.
Di questi 24 voti, 11 voti sono di persone che si sono iscritte al movimento 5 stelle di Campi Bisenzio dopo le  elezioni politiche (iscritte al massimo 25 giorni prima della presentazione delle candidature fissate per il 26 marzo). Secondo il mio parere e di altri del movimento non avrebbero avuto le nozioni sufficienti per poter designare una persona. Se per votare è necessario aver partecipato a 5 meetup, perchè è stato permesso di votare a tre persone che ne avevano all’attivo solo 4? 
Ha partecipato alla votazione Mastroberti Francesco, che fa parte del meetup di Calenzano e non di Campi B., con 4 meetup , Claudia Baroni, anche lei con 4 meetup e Francesco Lettieri, ( il 5° meetup per tutti e tre sarebbe stato raggiunto il giorno delle votazioni ). Voglio sottolineare anche che Mastroberti ha partecipato a 3 meetup  a Campi ad ottobre e ad un meetup   a Calenzano i primi di novembre, poi è sparito perchè di altro comune e si è presentato a Campi bisenzio dopo 5 mesi il giorno della votazione per sostenere Rigacci. 
Nella lista dei candidati è presente Francesca Neri che è una delle candidate al consiglio comunale che ha all’attivo ben zero meetup e si è iscritta il 13 marzo 2013, cioè due settimane prima della votazione. 
Giovanni Torchia, iscritto in precedenza al meetup di Firenze e tuttora iscritto, si è segnato anche al meetup di Campi B il giorno 11 marzo 2013 e anche lui guarda caso ha votato Rigacci. 
Viviana Ventisette anche lei candidata, si è riscritta al meetup il 5 marzo ed ha votato Rigacci, dopo essersi cancellata e nel frattempo aver fondato, continuando ad essere socia di “Alleanza cittadina per Campi”. 
Il candidato Ugo Cozza si è iscritto il 6 marzo e anche lui guarda caso ha votato Rigacci.
Il figlio di Ugo Cozza, Mirko Cozza si è iscritto addirittura il 19 marzo e il 26, quindi sette giorni dopo, ha presentato la sua candidatura ed ha anche lui votato Rigacci. Gabriella Urban si è iscritta anche lei soltanto il 19 marzo e ha votato anche lei per Rigacci. 
Dario Panetta, anch’egli iscritto il 19 marzo addirittura candidato nella lista del movimento, ha supportato Nadia Conti (Pd) alle primarie per sindaco e anche lui ha votato Rigacci. Se andate nel sito della Nadia conti c'è addirittura scritto che Panetta avrebbe fatto parte della giunta Pd qualora la Nadia Conti avesse vinto le primarie a Campi Bisenzio. Sappiamo come sono andate le primarie e cosa ha fatto ora Dario Panetta, ripeto, iscritto al momento 5 stelle di Campi Bisenzio il 19 Marzo e candidato col Movimento stesso il 26 di marzo con il placet di Rigacci e company. 
Il candidato Pecoraro all’ inizio non si era presentato come candidato perchè iscritto all’ IDV di Campi B.. (idv presente tuttora in giunta col Pd) poi però è entrato nella lista, dopo un sondaggio-lampo fatto il giorno 4 aprile durato poche ore e che ha interessato 20 persone  (su 127 iscritti), cioè quelle che si presuppone abbiano votato per Rigacci essendo detto sondaggio segreto e non come le votazioni precedenti svolte a scrutinio palese. Questo sondaggio ha permesso di candidarsi anche Mancini e Fenu, pure loro votanti Rigacci. (alle 11 persone che hanno votato Rigacci iscritte nel mese di marzo ci sono altre 3 persone, Mancini Pecoraro e Fenu che hanno anche loro votato Rigacci per un totale di 14 voti su 24 ). 
Ripeto che tutte le votazioni sono state a scrutinio palese, quindi mi chiedo perchè questa ultima votazione di poche ore sia stata fatta “in fretta e furia” e in gran segreto”.
Ho chiesto più volte insieme ad altri che non potevano essere messi in lista quei candidati senza una regolare votazione a scrutinio palese (E NON ADDIRITTURA SEGRETO) e che il tempo era scaduto per presentare le candidature, ma tutto è risultato inutile, comandano sempre i soliti, alla faccia di "UNO VALE UNO ".
Secondo l'avvocato le votazioni del candidato sindaco non si sarebbero svolte nella massima trasparenza e in questa delicata fase di costruzione del gruppo non è stato tenuto conto dell'impegno “dietro le quinte”.  
“Per quanto mi riguarda – prosegue Mossuto - mi sono iscritto al meetup di Campi il 6 novembre quando gli iscritti erano circa 6, ho partecipato ad oltre 55 meetup, ho trovato una sede ai pochi iscritti che c’erano al momento in cui sono entrato io presso la Galleria di Vittorio, che fino ad allora si ritrovavano al Lupo, presso i Gigli. Inoltre mi sono occupato personalmente di andare in Comune per chiedere i permessi per i vari gazebo. Sempre io mi sono occupato di decidere la postazione dei banchini di volta in volta insieme ad un’altra persona non candidata. 
A novembre mi è stato chiesto di portare persone, e così ho fatto,  nonostante ciò non ho portato nè parenti nè amici stretti, escluso mio figlio Lorenzo di 17 anni, che è venuto di sua iniziativa sempre nel mese di novembre. Sono io che mi sono recato a Firenze un sabato mattina per ritirare i manifesti del movimento per le elezioni politiche di febbraio e mi sono occupato, insieme ad altri pochi del meetup di attaccarli per le vie di Campi. Ho partecipato quasi tutti i sabato e domenica ai gazebo distribuendo volantini del programma fotocopiati a mie spese (per tutto l'inverno eravamo 3 o al massimo 4 persone ai banchini).
Nonostante ciò, vedo nella lista candidati arrivati anche ad una settimana dalle candidature  che sono stati tesserati di altri partiti o fondatori, quindi devo dedurre che la legge non è uguale per tutti, che non c’è democrazia dentro questo meetup e che “ uno non vale uno “.
 Anche proporre pubblicamente sul meetup una mozione di sfiducia nei miei confronti o proporre una votazione per togliermi l’incarico di co-organizer e addirittura per cancellarmi da qualsiasi carica in modo da non potermi candidare in nessuna lista, vuol dire accanirsi contro di me.
Addirittura il candidato Rigacci si è permesso di mettere sul meetup il volantino del 2009 con cui io mi candidavo a consigliere di quartiere e con sarcasmo scriveva le seguenti parole.......




Niccolo Rigacci
Postato il 30-mar-2013 14.47
     

user 9613246
Campi Bisenzio, FI
Post n.: 26
Invia un'e-mail Posta un saluto
All'ultima riunione ho detto che la credibilità dei nostri candidati verrà messa a dura prova con attacchi da tutte le parti. E infatti ecco che già mi mandano questo link (corredato del sarcasmo che vi risparmio). Prepariamoci a dare le risposte giuste!

Guglielmo in assemblea ha già ottimamente risposto che lui si è sempre battuto in favore dei cittadini, ma a chi solleva la questione non so rispondere se c'è stato un radicale cambio di ideali oppure se si tratta della scelta di lottare di volta in volta con le opportunità (i partiti) migliori.
massimo mancini
Postato il 30-mar-2013 16.08
     

max5stelle
Campi Bisenzio, FI
Post n.: 362
Invia un'e-mail Posta un saluto
Concordo anche io con l'idea di trovare una scappatoia a questo "fianco scoperto" in rete ne vediamo di tutte, dobbiamo in qualche modo essere inattaccabili.
Alcuni esempi:
http://www.freemao.co...





Penso quindi che chiedere a queste persone di lavorare con il M5S "dietro le quinte" non sia un'idea peregrina. Sono certo che capiranno il significato politico di questa scelta, pertanto potremmo anche portare (prima della votazione) una mozione a voto palese.

QUESTO E' IL POST CHE RIGACCI HA MESSO IL 30 MARZO E IL 2 APRILE CI SONO STATE LE ELEZIONI PER IL CANDIDATO A SINDACO.....COME DENIGRARE LE PERSONE E VINCERE FACILE.

Mancini poi mi chiede di essere messo dietro le quinte e di votare una mozione palese per eliminarmi dalla lista mentre lui invece con un sondaggio lampo del 4 aprile dalle 21 alle 24, in poche ore insieme ai suoi amici pecoraro e fenu, si fa rimettere in lista da 17 persone che hanno votato a scrutinio segreto !

Da quando sono stato designato io candidato sindaco con la votazione di gennaio, votazione democratica, hanno trovato il modo di annullare tale votazione campando in aria scuse antidemocratiche. Con questo mio sfogo intendo cancellarmi dalla lista dei candidati per le amministrative nonostante sia stato fra i più votati”.

Ora questo personaggio sarà il nuovo candidato sindaco del 5 stelle, uno che per arrivare allo scopo non perde occasione di denigrare tutto e tutti.


P.S. NOTIZIA PERVENUTAMI DA FONTI SICURE...STANNO PENSANDO DI ESPELLERMI DAL MOVIMENTO VISTO CHE IO (PER PRINCIPIO) NON MI SONO ANCORA CANCELLATO....SONO LORO CHE SE NE DEVONO ANDARE....SONO LORO CHE DEVONO ESSERE ESPULSI.



QUESTO E' L'ARTICOLO ORIGINALE CHE ABBIAMO SCRITTO CON LA GIORNALISTA DELLA NAZIONE MA CHE PER MOTIVI DI SPAZIO NON E' POTUTO ANDARE IN STAMPA.

venerdì 5 aprile 2013

MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA: IL CORAGGIO DI UNA DONNA.



Ormai lo sappiamo, se ne sentono talmente tante in giro che quasi non fa più notizia. Tuttavia i maltrattamenti nei confronti delle donne continuano a susseguirsi implacabili. Ma è proprio quando questi maltrattamenti succedono all'interno delle mura domestiche e continuano per anni troppo spesso restano impuniti ed è francamente inaccettabile.  
Cosa di peggio della reiterata violenza sui propri familiari, sulla propria donna, sulla propria moglie, sui propri figli? Credo nulla. Tali atteggiamenti non possono e non devono restare all'interno delle mura di casa.
Proprio per questo motivo, la storia che ho raccontato alla Vita in Diretta  nella puntata dello scorso 3 aprile  e che voglio descrivervi ha un sapore diverso.
E' una storia di coraggio, del coraggio di una donna che ha avuto la forza di ribellarsi e di agire, lottando con i mezzi che la legge, il diritto le mette a disposizione nei confronti dell''uomo che è tutto fuorchè un uomo, ma che avrebbe dovuto essere il marito.
Questa donna ha subito anni  di soprusi, tradimenti, maltrattamenti e violenze, sia fisiche che psicologiche; ma dopo l'ennesimo agghiacciante episodio, ha finalmente trovato il coraggio di dire basta. Dopo più di vent'anni di matrimonio ha denunciato tutti i torti subiti.
Appena sposati, la convivenza andava bene e la giovane coppia sognava una famiglia. Tuttavia, con l'avvento  dei primi problemi (la casa, il mutuo, il lavoro), la situazione andò pian piano peggiorando di giorno in giorno, di mese in mese, di anno in anno.
Sempre più spesso assisteva impotente ai numerosi i momenti di follia del marito, manifestatisi dopo pochi anni dall'unione, in cui l'aggressività dominava tutta la sua persona. 
Troppe erano le urla e gli insulti rivolti alla moglie, ai suoi genitori  e parenti, numerosi gli oggetti che le venivano scagliati contro, come piatti, borse e quanto altro capitava vicino alla sua mano.
Nonostante una timida richiesta di aiuto agli enti specializzati che a più riprese le consigliavano di denunciare quanto accadeva in casa, decideva di non sporgere denuncia a seguito alle reiterate benchè vane promesse del marito di porre fine a questi comportamenti: ma le aggressioni continuavano.
Capitava che il marito buttasse fuori la moglie dalla casa coniugale, lasciandola, priva delle chiavi, a trascorrere le prime ore della mattina  sulle scale del palazzo, fino a quando, intorno alle ore 03:00 (dalle 21:00 che era fuori casa), decideva di riaprirle la porta.
L'ennesimo sconvolgente episodio di violenza ed umiliazione si verificava tuttavia un pomeriggio di inizio estate.  
Quel giorno la coppia stava rientrando da un viaggio, nel quale numerose erano state le liti e le discussioni.
La signora aveva un unico desiderio, stanca di quei continui litigi:  non desiderava altro che tornare a casa.
Si trovavano sul raccordo di Roma, durante un brutto temporale, era lui alla guida quando, non vedendo l'uscita del raccordo utile per poter rientrare, l'auto  proseguiva oltre senza svoltare.
Una volta  accortosi dell'errore, l'uomo iniziava ad inveire contro la donna, accusandola a più riprese di essere la responsabile di quell'errore, in quanto avrebbe dovuto dirgli che dovevano imboccare quell'uscita.
Dalle accuse si sa, si fa veloce a passare alle offese, e così fu.
Le offese diventavano ben presto percosse e l'uomo, accecato da una rabbia incomprensibile ed ingiustificata nei confronti della moglie, iniziava a picchiare con forza il suo pugno destro nel braccio sinistro della moglie, più e più volte, in modo ripetuto, poi la afferrava per i capelli facendole sbattere la testa nel poggia testa.
Poco dopo, non contento, decideva di fermarsi in uno spazio per la sosta e ordinava alls moglie  di scendere dall'auto.
Confusa e terrorizzata, nel bel mezzo del nulla e sotto un incessante temporale, la donna scendeva dall'auto dietro ordine del marito, il quale con tono autoritario, le ordinava di mettersi in ginocchio davanti a lui e di ripetere per tre volte consecutive ciascuna delle seguenti frasi: “sono una stupida”, “non lo faccio più”, “scusami". 
In quel clima di terrore, con la paura di essere abbandonata in una piazzola di sosta dell’autostrada, umiliata  dall'uomo che credeva di amare, non ha potuto far altro che eseguire quell'ordine. Solo dopo aver subito questa ulteriore profonda umiliazione otteneva il consenso a rientrare in auto.
A seguito dell'episodio la signora attraversò il periodo forse più difficile della sua vita.
Ripensando a tutto quanto subito, pur consapevole di dover mettere nuovamente la propria vita in discussione ma al contempo profondamente e dolorosamente umiliata come persona, come donna e come moglie, dopo l'ennesimo tentativo di  suo marito di distruggere la sua dignità e limare ancora una volta il rispetto di una donna verso se stessa, riusciva ad afferrare tutto il suo coraggio e a recarsi al pronto soccorso per trovare conforto medico.
Al pronto soccorso denunciava i maltrattamenti subiti dal marito e mostrava le sue numerose ferite, ancora più che evidenti sul braccio sinistro.
Finalmente aveva trovato il coraggio di denunciare, di farsi aiutare, di uscire da una situazione inaccettabile ma fino ad allora impunita.
Con l'aiuto dell'avvocato, in tal caso il sottoscritto, la signora ha instaurato contro il marito diversi procedimenti volti a tutelare la propria persona, non solo in quanto donna ma anche in quanto moglie.
Oltre ad ottenere un ordine di protezione nei confronti del marito, con il quale quest'ultimo non potrà più avvicinarsi alla moglie oltre a doversi allontanare con effetto immediato dalla casa coniugale, ha altresì instaurato un procedimento di separazione giudiziale dei coniugi per ottenere il più rapidamente possibile una sentenza che le consentisse di poter finalmente ricominciare a vivere e una denuncia penale per lesioni ancora in corso.
Ebbene cari lettori e lettrici, questa storia deve far riflettere.
In un rapporto umano, qualunque esso sia, alla base deve sempre esserci il rispetto per la dignità della persona in quanto in tale. 
Qualora questi atteggiamenti lesivi, peraltro non solo fisici, ma anche psicologici, vengono perpetrati all'interno delle mura domestiche, specialmente se nei confronti di una donna, assumono un contorno indecoroso. 
Proprio la famiglia, che dovrebbe essere il rifugio, l'oasi felice nel quale rintanarsi dopo una dura giornata di lavoro, finisce per diventare luogo di umiliazione e di paura.
Tutto ciò è inaccettabile.
Le donne vanno coccolate e non picchiate, vanno difese e non offese.
Ciò nonostante tali comportamenti, purtroppo, continuano a verificarsi giorno dopo giorno.
Sono tantissime le donne che, per la vergogna, per la paura o talvolta per il bene dei figli, sono costrette a subire umiliazioni simili, se non peggiori di quelle subite per anni da questa donna.
Bisogna trovare il coraggio per ribellarsi. Si può e si deve reagire a questi comportamenti.
Con l'aiuto giusto e il supporto adatto si può finalmente ricominciare a vivere: come persone ma sopratutto come Donne.

Guglielmo Mossuto.