domenica 11 novembre 2012

#AVVOCATOMOSSUTOVITAINDIRETTA - puntata del 12 Ottobre 2012 - Avv. Guglielmo Mossuto. Un caso di accanimento di Banche ed Assicurazioni.




In questo mio primo intervento alla nota trasmissione in onda su Rai 1 "La vita in diretta" mi sono occupato di  un caso tanto interessante quanto shockante, tanto da attirare ben presto l'attenzione dei media a livello nazionale.
Purtroppo la vittima era ancora una volta una povera donna, mentre il "carnefice" era un noto istituto bancario ed una grande compagnia d'assicurazione.
 E' la storia di una ragazza di 26 anni, che il 18 settembre 2004 muore in un incidente in moto: un’auto pirata la travolge e la uccide. 
Qualche giorno dopo la morte, accade che la madre di questa ragazza, va alla banca dove la ragazza, due anni prima di morire, aveva acceso un mutuo da 93mila euro per comprare una casa . 
 A quel mutuo si accoppia una polizza assicurativa per il rischio morte: «Non si preoccupi signora — le dicono l’allora direttore della filiale e un altro funzionario —: c’è l’assicurazione, non deve pagare più nulla». E infatti, dal mese successivo alla morte della ragazza, dal conto corrente la banca non preleverà più la rata.
NULLA più accade fino all’8 marzo 2010, quando la signora  riceve una raccomandata e scopre così di aver appena ricevuto un atto di precetto da parte di una società di recupero crediti facente capo alla banca.
 Nell’atto si accusa la donna di non aver più pagato il mutuo e che il debito è salito a 116mila euro. Un mese più tardi scatta addirittura l’atto di pignoramento immobiliare. Perché? Perché la compagnia assicurativa dice di non aver mai ricevuto la documentazione necessaria per la liquidazione di quel che rimaneva del mutuo. Peccato che i funzionari della banca le avessero detto il contrario, cioè che tutto era in regola, e peccato che negli ultimi cinque anni nessuno le avesse sollecitato alcunché. E qui avviene la svolta. La donna torna a parlare con i primi due funzionari e lo fa ‘armata’ di un registratore nascosto. La trascrizione dei colloqui finirà mesi più tardi in tribunali e per la banca e la compagnia assicurativa il colpo è definitivo: si ammette che la polizza c’era, che la documentazione è stata probabilmente perduta e che pertanto sarebbero avvenute gravi negligenze da parte degli uffici delegati alla gestione della pratica. 
A settembre 2010 la nota compagnia assicurativa cede e liquida circa 87mila euro, l’ammontare residuo del mutuo al momento della morte della ragazza. Ma non è ancora finita. Un mese dopo viene depositata ugualmente un’istanza di vendita dell’immobile perché ‘ballano’ ancora 26mila euro di interessi e spese legali che la banca vuole far pagare alla donna. Scatta così un’opposizione incidentale all’esecuzione che finisce come doveva finire: la società di recupreo crediti si arrende e paga. E’ il settembre dell’anno scorso.
A seguito di questa incresciosa vicenda è stata depositata presso il Tribunale di Prato un atto di citazione per danni, in favore della Signora diretta a banca e compagnia assicurativa.
Francamente trovo assolutamente INCONCEPIBILE in un paese come l'Italia, che questi colossi economici quali banche edassicurazioni nazionali ed internazionali non si preoccupino delle reali condizioni delle persone pur di realizzare i propri interessi SOLO ED ESCLUSIVAMENTE ECONOMICI.
A mio parere è giusto che paghino, ed anche tanto, quando succedono questi episodi incresciosi che non fanno altro che far perdere ancora di più la fiducia, da anni ai minimi storici, in banche  e compagnie assicurative.
Coloro che dovrebbero sostenerci nei momenti di difficoltà non solo ci voltano le spalle ma appena possono ne approfittano.
Guglielmo Mossuto

1 commento:

  1. Avvocato Guglielmo, bella spiegazione del fatto increscioso- chi dovrebbe pagare non è la banca, l'assicurazione o altro ente giuridico, bensì, la persona fisica o le persone che hanno derminato il danno di qual natura sia.

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