venerdì 23 gennaio 2015

LA CORTE DI STRASBURGO CONDANNA L'ITALIA: I NONNI HANNO DIRITTO DI VEDERE I NIPOTI


Due nonni torinesi, dopo anni di sofferenze, si sono rivolti alla Cedu (Corte Europea dei Diritti dell'Uomo) per denunciare la violazione del proprio diritto di poter frequentare la nipote. E finalmente giustizia è stata fatta...
Ma ripercorriamo le tappe di questa travagliata vicenda giuridica.

La NON giustizia dei Tribunali Italiani

I rapporti tra i nonni paterni e la nipote si erano bruscamente interrotti allorquando la loro nuora aveva chiesto la separazione dal marito, accusandolo di aver abusato sessualmente della bambina (circostanza poi dimostratasi totalmente infondata).
Da quel momento in avanti la madre ha sempre impedito ogni tipo di contatto tra la figlia, che all'epoca aveva soltanto 5 anni, e i nonni paterni.
Questi ultimi, per far valere il proprio diritto di vedere la nipote, si rivolsero al Tribunale dei minori di Torino che, tuttavia, si espresse in maniera negativa, ritenendo le visite dei nonni paterni pregiudizievoli per il benessere psicofisico della minore (dal momento che il padre era stato accusato di averne abusato sessualmente).
La Corte di Cassazione confermava in seguito la decisione presa dal Tribunale dei minori di Torino.

Il ricorso alla Corte Europea

I nonni però non si sono arresi e si sono rivolti alla Corte di Strasburgo denunciando apertamente la violazione dell'articolo 8 della CEDU.
Le loro istanze sono state accolte dai Giudici di Strasburgo i quali, con sentenza del 20 gennaio 2015, hanno condannato lo Stato italiano a pagare ai nonni un risarcimento di € 16.000,00 sia per l'eccessiva durata del processo davanti al tribunale di primo grado (oltre tre anni), sia perchè i servizi sociali, cui era stato affidato il compito di monitorare il rapporto nonni-nipote non avevano svolto correttamente i controlli del caso e non avevano fatto incontrare i nonni con la bambina.
La Cedu ha osservato che le Autorità italiane avevano il dovere di compiere ogni sforzo e di adottare le opportune cautele al fine di salvaguardare il legame familiare, evitandone il totale disfacimento come invece accaduto nel caso in esame.
Finalmente i due nonni torinesi potranno riabbracciare al più presto la nipote, ormai quasi maggiorenne, nella speranza che queste vicende non si ripetano più e che, in futuro, le autorità giudiziarie italiane facciano il possibile per garantire la tranquillità dei minori che si trovino al centro di queste complicate vicende familiari.


Avv. Guglielmo Mossuto

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