Scrivere
falsità nel C.V
Nell'ambito di una recente indagine statistica, oltre il 60% degli italiani, ha ammesso di aver scritto informazioni false o non del tutto veritiere nel proprio C.V.
Le informazioni false possono essere di varia natura:
c'è chi sovradimensiona le proprie competenze (57%) asserendo grandi capacità linguistiche o informatiche in realtà inesistenti;
- c'è chi esagera nel raccontare le proprie esperienze lavorative passate (50%), esaltando in modo pretestuoso il proprio bagaglio tecnico-culturale;
- c'è addirittura chi inventa totalmente precedenti lavorativi mai esistiti (20%).
Quali
possono essere le conseguenze?
A
volte risulta complicato inquadrare tali condotte in una determinata
fattispecie delittuosa.
Sicuramente
quando il falso C.V. viene presentato davanti alla Pubblica
Amministrazione i rischi sono maggiori.Ad esempio autocertificare informazioni false nel proprio C.V., al fine di partecipare a un concorso pubblico, configura il reato di “falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico” (art. 483 c.p.). Per tale reato il massimo della pena edittale prevista è pari a due anni di reclusione.
In altre ipotesi si può incorrere nel reato di “false dichiarazioni sulla identità o su qualità personali proprie” (art. 496 c.p.).
Nel caso in cui a falsificare il proprio curriculum vitae sia un professionista, ad esempio un avvocato o un commercialista, si può configurare un illecito deontologico e la conseguente sanzione disciplinare da parte del relativo consiglio dell'ordine.
Per tali ragioni falsificare un C.V. può avere conseguenze ben più gravi di quanto si potrebbe immaginare; senza considerare che, esaltare artificiosamente le proprie capacità e le proprie competenze, può portare a fare delle pessime figure nel momento in cui, una volta assunti sul nuovo posto di lavoro, i reali limiti personali vengano inevitabilmente a galla.
Per cui cari amici la cosa migliore è essere sinceri e giocarsi onestamente le proprie carte!
Avv.
Guglielmo Mossuto
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