giovedì 19 settembre 2013

LA VIOLENZA NON E’ AMORE!



Nel 2012 si è verificato un femminicidio ogni due giorni, spesso tra le mura domestiche, e spesso il carnefice è stato proprio colui che diceva di amare quelle donne, non fermandosi neppure in presenza dei figli.
Quando dopo un giorno di lavoro, di cura dei figli, di lavori domestici non vorresti altro che startene tranquilla, e invece arriva lui, stanco, nervoso, ed inizia a insultarti, maltrattarti…non cedere! REAGISCI!
Viene spesso da pensare che possa trattarsi di un comportamento passeggero, magari dovuto allo stress, oppure a problemi sul lavoro, oppure che sia un sintomo del fatto che con il tempo il rapporto abbia iniziato a logorarsi; la realtà è che si tratta di mancanza di rispetto, di mancanza di amore!
Si, perché gli schiaffi e i pugni non sono amore, i baci lo sono, gli abbracci lo sono, ma la violenza, gli insulti, i soprusi non sono amore! Ed allora è giusto denunciare! Anzi, è doveroso! Perché le mogli non sono né crocerossine, né tanto meno medici psichiatri!!
E non si cambia una persona violenta!
Talvolta è necessaria una dose di egoismo ed una grande quantità di amor proprio, perché la ricerca di ogni giustificazione possibile spesso prevale sulla determinazione a fare quei passi verso la Caserma dei Carabinieri più vicina!

La legge è dalla vostra parte!!!

L’art. 2043 del codice civile afferma che “qualunque fatto, doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”.
La violenza può manifestarsi in tante vesti, può colpire diversi aspetti della personalità di un individuo; pertanto, la giurisprudenza ha individuato varie tipologie di danno:
-    danno patrimoniale, la violenza posta in essere dall’attore può avere, infatti, conseguenze patrimoniali sia come esborsi per le cure sia come riflessi negativi sulla capacità della vittima di produrre reddito.
-    danno biologico, in seguito alla violenza subita, la vittima può sviluppare delle patologie che possono comportare una menomazione dell’integrità fisica e/o psichica
-    danno morale, consiste nel perturbamento dell’animo e nella sofferenza morale patita dalla vittima in seguito alla violenza. Il danno morale è ingiusto così come il danno biologico, e nessuna norma costituzionale consente al giudice di stabilire che l'integrità morale valga la metà di quella fisica" (Cass., 4.3.2008 n.5795)
-    danno esistenziale, “consiste in ogni lesione di diritti comunque fondamentali della persona, risolventesi in un danno esistenziale e alla vita di relazione” (Cass. civ. sez. I 7.6.2000 n.7713).

Nelle ipotesi di illecito endofamiliare, nell’illecito commesso cioè da un familiare a danno di altro soggetto appartenente alla stessa cerchia domestica, sono ravvisabili tutte le tipologie di danno sopraelencate.
Nell’illecito endofamiliare, si configura il danno non patrimoniale in caso di condotta aggressiva del coniuge, posta in essere in violazione di doveri matrimoniali, che determini l’aggressione ai diritti inviolabili della persona dell’altro coniuge (salute, fisica e psichica, sessualità, integrità morale, dignità, onore, reputazione, privacy).
In tali casi si tratta infatti di comportamenti che integrano “una grave e inescusabile violazione di norme di condotta imperative e inderogabili, con plurime aggressioni a beni e diritti fondamentali delle persone, quali l’incolumità, l’integrità fisica e la dignità dell’altro coniuge, che hanno superato la minima soglia di solidarietà e rispetto comunque doverosa, al partner”. (Trib. Venezia, sent. 766/2012).
La Corte d’Appello di Torino è giunta persino a definire “mobbing familiare”, tutte quelle condotte persecutorie e/o vessatorie che si risolvono in violenze, maltrattamenti, molestie, offese, ingiurie a danno dei componenti il nucleo familiare.

Nessuna pena, tanto meno un risarcimento potranno mai affievolire il dolore, la rabbia, la vergogna e l’umiliazione che può provare una donna che ha subito violenze, ma è giusto “fargliela pagare” per poter ripartire, iniziare una nuova vita, fatta di gioia, sorrisi, abbracci e, magari, amore, ma quello vero! Fargliela pagare con gli strumenti offerti dalla legge che negli ultimi anni si stanno moltiplicando, a riprova del fatto che chi è vittima di violenza non è solo!

Avv. Guglielmo Mossuto

1 commento:

  1. salve , io ho fatto tutto che stato suggerito nel suo articolo dopo 5 anni di violenza contro me e il bambino ,MA non ho ottenuto niente ,ansi mi sono sentita discriminata e offesa da tutta l istituzione . come ha detto lei i risarcimento non ti fa passare il danno che hai subito ne ti restituisci le anni persi ,ma al meno sentire che la legge ti sostiene dando la colpa al mostro ti da la spinta per ripartire .ma PURTROPPO PER ME NON E STATO COSI E SONO SICURA CHE LA LEGGE NON E UGUALE PER TUTTI SOPRATUTTO QUANDO LA DONNA OFFESA E MALTRATTATA E STRANIERA INVECE IL MOSTRO E ITALIANO!!!

    RispondiElimina